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Comune di Bagnara di Romagna
CENNI GEOGRAFICI
Comune di pianura, di origini antiche, con un’economia basata sull’agricoltura e sull’industria. I bagnaresi, che presentano un indice di vecchiaia straordinariamente elevato, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione è distribuito tra numerosissime case sparse e la località San Filippo. Il territorio, molto fertile, perché abbondantemente irrigato, ha un profilo geometrico regolare, con minime variazioni altimetriche. L’abitato, che, con la rocca medievale, ricorda la funzione difensiva dell’insediamento, fa registrare segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è del tutto pianeggiante. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta una fontana d’argento zampillante nella cui vasca due putti, posti l’uno di fronte all’altro, sono raffigurati nell’atto di bagnarsi le mani protese.
CENNI STORICI
I primi insediamenti nella zona risalgono a tempi preistorici, come testimoniano i reperti rinvenuti nei pressi dell’abitato; a questi subentrarono stanziamenti di etruschi, galli e, dal II secolo a.C., di romani. Il toponimo, che assunse la forma attuale nel 1863, quando fu aggiunta la specificazione “di Romagna”, deriva dal latino BALNEARIA, ‘luogo di bagni’ (da BALNEUM, ‘bagno’), e designa un luogo con paludi, acquitrini o acque termali; meno probabile appare il rinvio al latino BANNEARIUS, aggettivo da BANNUM, ‘bando’. Donata, verso la metà del secolo VIII, dal duca longobardo Gisolfo all’arcivescovo di Ravenna, fu poi infeudata agli imolesi, che la coinvolsero nelle lotte contro Bologna. Distrutta, nella prima metà del Duecento, dai guelfi bolognesi, venne ricostruita e dotata di fortificazioni: risale al XIV secolo la costruzione della rocca, che costituisce uno dei migliori esempi delle strutture difensive dell’epoca. A lungo travagliata dalle guerre che si scatenarono per la conquista di Imola, fu al centro di contese tra potenti famiglie, quali: i Manfredi di Faenza, i Visconti, i Malatesta, gli Estensi, gli Sforza, i Gonzaga, i Da Polenta, gli Ordelaffi, gli Alidosi, i Cunio, i Riario, i Vaini e i Sassatelli. Passata sotto il dominio pontificio al tempo del papa Giulio II, rimase possedimento della Chiesa sino all’annessione di tutta la Romagna al Regno d’Italia, nel 1860. A parte i danni materiali, notevole è stato il tributo di vite umane pagato nei due conflitti mondiali. Il monumento più importante è senz’altro la rocca, più volte modificata per esigenze militari. Degni di nota sono anche: le antiche mura che delimitano il borgo; il palazzo Morsiani-Bernardi; la quattrocentesca chiesa della Natività; il santuario del Soccorso, del XVIII secolo, e la parrocchiale, del Seicento.
LUOGHI D'INTERESSE
La Chiesa arcipretale fu costruita in tre epoche diverse: tra il 1200 e il 1300, alla metà del 1600 e nel 1700, al suo interno troviamo una statua della Madonna del Voto, del XV secolo; la Chiesa della Natività di Maria Vergine fu costruita nella metà del 1400; il Museo Parrocchiale che conserva oggetti religiosi; il Museo Pietro Mascagni, conserva il più importante epistolario del Maestro; la Rocca Sforzesca.
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